Il 1992 è stato un anno tremendo. Tangentopoli ne è un aspetto molto importante ma non il solo. E anche sugli altri c’è molto da meditare. Vediamoli in rapida sintesi.
Il 5/6 aprile si vota per rinnovare Camera e Senato. Per la Dc è un disastro, per il Psi un insuccesso, per il Pds una faticosa riconferma mentre per la Lega Nord un trionfo. Mondo politico sconvolto. Ci sono da eleggere i presidenti di Camera e Senato: dopo vari tormenti, alla Camera va Oscar Luigi Scalfaro (in precedenza e per 13 anni c’era stata la comunista Nilde Iotti ), al Senato viene riconfermato invece Giovanni Spadolini. Esattamente un mese dopo, il 25/4 ,il Capo dello Stato Francesco Cossiga annuncia con un messaggio in Tv che si dimetterà anzitempo e dopo tre giorni, il 28/4 formalizza le sue dimissioni . La politica attraversata da una tempesta giudiziaria senza precedenti, si trova quindi di fronte ad un altro problema. Come se non bastassero quelli provenienti dal voto di aprile.
Il nuovo Parlamento deve eleggere un nuovo governo ma anche un nuovo Capo dello Stato. Il 13 maggio iniziano le votazioni che risultano tutte negative. Dopo la 15ma , risoltasi come le precedenti 14 con un nulla di fatto … la mafia ammazza Giovanni Falcone . E’ la orribile strage di Capaci. La politica ha un sussulto e due giorni dopo, il 25/5 , alla 16ma votazione il Parlamento, a Camere riunite, elegge Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro che solo un mese prima era stato eletto al vertice di Montecitorio. Nuovo presidente della Camera viene eletto Giorgio Napolitano con qualche mal di pancia in casa Pds, che sembrava essere orientato sul nome di Stefano Rodotà.
Definiti gli inquilini dei tre maggiori palazzi romani (Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama ) non resta che attribuirne uno anche a Palazzo Chigi, sede del governo, occupato per il momento da Giulio Andreotti e sostenuto da un quadripartito (Dc, Psi, Psdi e Pli ). Scalfaro inizia le consultazioni di rito e anche quelle risultano faticose. A sbloccare la situazione arriva il 7/8 giugno un voto parziale e amministrativo. Sono interessati 2 milioni di elettori: rappresentano un test importante, contrassegnato questa volta da un forte astensionismo, che deve preoccupare. Infatti preoccupa. E aiuta a sbloccare la situazione: il 18/6 l’incarico a formare il nuovo governo viene affidato a Giuliano Amato. Tra la designazione e la fiducia, scoppia l’allarme economia. La nostra lira è sotto tiro, si parla addirittura di svalutazione. Il marco tedesco la fa da padrone.
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“Tutti hanno fatto credere di essermi amici, poi me li sono trovati dall’altra parte: democristiani, socialisti, comunisti….tutti. Non ti sembra la prova più evidente che io cerco di rimanere sempre lo stesso, mentre gli altri cambiano a seconda dei loro interessi? Eppure i miei colleghi mi negano questo credito”
Parole di Giovanni Falcone, dal libro “Storia di Giovanni Falcone”
Oggi si verificherebbe nuovamente.
Falcone e Borsellino hanno dovuto prima combattere all’interno del loro recinto, anzi non hanno smesso di farlo, fino alla morte.
Un segnale, per quanto riguarda la corruzione, ci viene dato dalla possibilità offertaci di confrontare il patrimonio dei ministri all’inizio e alla fine del mandato. Si parla di proposte per estendere la lotta alla corruzione a tutti gli apparati dello Stato e nel privato. E’ iniziato anche il contrasto all’evasione, che come entità credo sia il doppio della prima. Per quanto riguarda il ventennio scorso non si è fatto molto e le responsabilità sono note.
Sono anche conosciute le responsabilità del debito pubblico per il quale, prima dell’euro si contava sull’inflazione. Idea che purtroppo sta ritornando su proposta di economisti americani alla Galbraith junior, che a me pare deleteria. Mi sono avventurato a parlarne nel contesto di un discorso sulla via migliore per uscire dalla crisi
Segnali erano venuti anche dall’ultimo governo Prodi, peccato che fu ucciso quasi nella culla dai soliti “amici”.
L’ho dato per scontato.
Per forza! sono cambiati i partiti, non gli uomini e quelli che si sono aggiunti o erano i sucessori in linea diretta o si sono adeguati
Si sente vociferare di sbarramenti percentuali per la nuova legge elettorale, secondo me si dovrebbero introdurre sbarramenti di età: over 50 ineleggibili!
Vuoi far fuori metà dell’elettorato passivo?
Ce l’hai proprio con me?
Perché non rendiamo ineleggibili il trota e i mussolini?
Se vuoi far fuori l’attuale governo basta abolire per legge i tecnici!
Comunque per parlare di cose serie vent’anni fa ogni giorno alla radio (della RAI) c’era la radiocronaca in diretta della tangentopoli dal primo al novantesimo minuto. “Il dottor Aldo Forbice” parlava ancora socialista mentre “radioanch’io” era aperta a tutti in “assemblea permanente”. La radio e il popolo dei fax fecero la rivoluzione insieme al pool mani pulite.
Pietro Santo
Approvo la tua postilla ai fatti di vent’anni fa, ma mi dispiace per te e per me: non siamo più eleggibili, largo ai giovani max due legislature. I Trota e i Mussolini li fanno fuori gli elettori che scelgono i candidati rigorosamente under 50.
P.S.: non dimentico di aver visto in TV (un giorno in pretura o tutto il processo minuto per minuto) la bava alla bocca di Forlani e la spocchia tutti colpevoli/tutti innocenti di Bettino. Mi sembra di rivederli mentre scrivo sono stampati nella testa.
Attento Vecchio Plinio, a dire trasparenza!
Ci fregano.
Pensa tu che tengono tante case che non riescono a tenerne il conto.
Tengono tanti soldi che hanno bisogno di un “amministratore di sostegno” come succede ai monarchi ed agli incapaci.
Come si chiamavano ai tuoi tempi? OLIGARCHI? PLUTARCHI?
E quello che li guidava era detto DICTATOR?
DITTATURA è termine e forma di governo dell’antica Roma?
Al Dittatore s’inchinavano tutti, Patrizi e Plebei, ma quelli che la pigliavano in quel posto erano sempre e comunque questi ultimi, i poveri, disgraziati, precari, sfruttati plebei.
Pietro Santo
un seguito
Questo link è cieco. Cos’è?
Pietro Santo
Hai ragione Pietro: è un rilancio che ho fatto sul mio profilo facebook, purtroppo visibile solo agli “amici” di là, scusami.
Non hai da scusarti, sono io che manco di “ali”.
Ciao
Pietro Santo