Shabe yalda


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Il 21 dicembre gli iraniani celebrano la notte più lunga dell’anno con una festa tipicamente zoroastriana: Shab-e yaldaShab in persiano vuol dire “notte”, mentre la parola Yalda proviene dal siriano e vuol dire “nascita”. Per la notte più lunga dell’anno, le famiglie iraniane si riuniscono per mangiare anguria, cantare ed esprimere desideri attraverso le poesie di Hafez. Per esorcizzare il buio della notte, vengono accese candele e lanterne. L’origine di questa festa non è chiara: probabilmente furono i cristiani siriani a introdurla prima in Caldea e poi in Persia durante l’epoca dei Sassanidi (224-636 d.C.). A loro volta, i cristiani avrebbero mutuato questa festa dal mitraismo, la religione nata in Persia e diffusasi in tutto l’Impero Romano attorno all’anno zero. Per i seguaci di questa religione, Mitra era nato proprio nella notte più lunga dell’anno e da questa celebrazione verrà la festività del Dies Natalis Solis Invicti (“Giorno di nascita del Sole Invitto”).

Il mitraismo contese al cristianesimo il primato di religione dell’Impero fino all’editto col quale Teodosio riconobbe il cristianesimo come religione di Stato (380 d.C.). I tanti mitrei di Roma (quello di San Clemente è solo il più celebre) testimoniano quanto fosse diffusa la religione che adorava il sole. La data del Natale cristiano è legata proprio al culto di Sol Invictus. Il vescovo siriano Jacob Bar-Salibi scrive: ”Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la “vera” Natività doveva essere proclamata in quel giorno”.

Fu papa Giulio I a ufficializzare nel 337 che il Natale si sarebbe celebrato il 25 dicembre, in precedenza ultimo giorno di festa per la nascita di Mitra. Il carattere orgoglioso degli iraniani spinge alcuni di loro ad affermare che persino il Natale sia ispirato al loro Shab-e Yalda. In realtà è vero che questa festa è un po’ l’emblema di come religioni e usanze trovino in Iran un ambiente ideale per incontrarsi e contaminarsi. Non va dimenticato che è sempre in Persia, nella seconda metà del III secolo d.C, che nasce il manicheismo, sintesi delle grandi religioni allora conosciute: mazdaismo, buddismo e cristianesimo. Yalda (che è anche un nome femminile) è da secoli una parola chiave della poesia persiana, una metafora per definire il nero perfetto degli occhi e dei capelli della donna amata. Nero assoluto, totale. Shab-e Yalda è quindi anche una metafora dell’oppressione, del dolore, della sofferenza.

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Nel frattempo noi perdiamo tempo dietro le teorie di balzani maestri e personaggi non meglio definibili, riguardanti la stessa data del calendario, l’oramai imminente e terribile 21 dicembre che sarà esattamente il 356 giorno di un anno bisesto e abbastanza funesto come il 2012.

Secondo una interpretazione della profezia dei Maya teorizzata dai seguaci del maestro indiano Babaji, a salvarsi dalla fine del mondo, il 21 dicembre prossimo, sara’ solo un lembo di terra, in Italia, compreso tra Cisternino, Ceglie Messapica, Ostuni e Martina Franca: e’ la Valle d’Itria, fitta di trulli, al confine tra le province di Brindisi e Taranto. Lo conferma il sindaco di Cisternino, Donato Baccaro, che tra il serio e il faceto fa sapere che c’e’ stata una impennata nelle prenotazioni per il periodo prenatalizio. ”Mi fa piacere che si parli di noi in tutto il mondo come luogo di salvezza, in chiave positiva”, afferma il primo cittadino, che e’ anche il presidente del Gal Valle d’Itria.

”A quanto pare – dice – ci sara’ un afflusso di turisti notevole, vedremo di organizzare qualcosa di caratteristico, oltre al tradizionale mercatino di Natale”. Proprio a Cisternino, infatti, nel 1979 si e’ insediata una comunita’ di devoti di Babaji, un maestro spirituale indiano. I seguaci, molti dei quali si sono stabiliti permanentemente in Puglia con le loro famiglie, hanno realizzato un ‘ashram’, un santuario tra i trulli. Tra i piu’ convinti sostenitori della teoria secondo cui la Valle d’Itria e’ un luogo di salvezza ci sono anche il regista statunitense Gregory Snegoff e la moglie Fiorella Capuano che hanno fondato nella vicina Ceglie Messapica il primo ‘Giardino di pace del nuovo tempo’ d’Europa, un luogo ”di sperimentazione e di studio tra le olive, le ciliegie, le noci”.

 

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3 risposte a Shabe yalda

  1. smemorato ha detto:

    Non ci bastava Roberto Giacobbo…

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