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30 anni dopo dal dimenticatoio in cui è finita
La guerra Iran Iraq raccontata da un italiano
Negli anni della guerra Iran – Iraq (1980- 1988) un italiano, Pietro Palmisano, si recò in Persia per lavorare. Trent’anni dopo rievochiamo nell’intervista la sua esperienza, partendo dal viaggio per raggiungere il luogo di lavoro
Di Giacomo Nigro
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![]() Appena giunto in Iran, nei primi giorni del 1982 (avevo appena lasciato alle mie spalle i fragori dei mortaretti che salutavano la dipartita dell’81), mi accorsi che la situazione era più drammatica di come mi era stata presentata in Italia. Il volo dell’Iran Air, partito da Roma alle 20 circa, fece uno scalo non previsto ad Atene e un altro subito dopo a Istanbul. Non ci fu dato di capire il perché di questi due scali. Atterrammo a Teheran alle 3 e 30 minuti ora locale (tolte due ore e mezza di fuso orario, significa che dalla partenza erano passate solo cinque ore) e quanti facevamo quel viaggio per la prima volta avemmo occasione di pentirci della decisione presa. Come ti accolsero all’arrivo? Io non capivo una parola di ciò che sentivo intorno a me e l’aria nell’aeroporto Mehrabad era abbastanza pesante anche se vicina a 0°. Eravamo in fila per la “visita” della dogana (parecchie centinaia di viaggiatori di due atterraggi consecutivi della magnifica flotta di 747 dell’epoca). Il controllo dei bagagli era fatto manualmente, le bottiglie di liquori che qualche incauto occidentale aveva tentato di importare, comprandole all’ultimo “duty free” di Fiumicino, finirono ad inquinare i gabinetti alla turca dell’aeroporto. Vicino a ciascun ispettore della dogana c’era un “guardiano della rivoluzione” munito di pennarelli che copriva di nero le foto di donna poco “decenti” che all’epoca non mancavano su alcuni settimanali come l’Espresso o Panorama. Portare una rivista con nudi femminili poteva costare molto caro, anche il respingimento alla frontiera. Allora era impossibile portare anche un semplice coltellino nelle mutande, perché le perquisizioni personali, distinte per uomini e donne, erano molto severe e attente, al limite del pudore. Dall’area dei “voli internazionali” uscimmo alle 9 e trenta minuti. Rifacemmo tutta la trafila del controllo dei bagagli da parte dei “pasdaran” della “rivoluzione” prima di poter prendere un “volo domestico” per la città santa di Mashad, capitale del Khorasan, “dove sorge il sole”, al confine orientale del Paese. Vado a mente e se occorre chiedo aiuto a un vecchio diario personale. Mi pare di capire che la tensione era alta, sia per la situazione in cui eri stato catapultato, sia per il fatto che la percezione del pericolo era incerta, anche se palpabile. Era il 10 gennaio 1982 giorno del Battesimo di Gesù. > leggi tutto! *** Leggi anche Il giardino delle meraviglie starai in compagnia del nostro Pietro Palmisano e le sue storie. Quest’ultima esemplare, anche in vista della vicina competizione elettorale, leggi e rifletti!
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Cari amici, qui dico amici
Nel senso vasto della parola:
Moglie, sorella, sodali, parenti,
Compagne e compagni di scuola,
Persone viste una volta sola
O praticate per tutta la vita:
Purché fra noi, per almeno un momento,
Sia stato teso un segmento,
Una corda ben definita.
Dico per voi, compagni d’un cammino
Folto, non privo di fatica,
E per voi pure, che avete perduto
L’anima, l’animo, la voglia di vita.
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
Che mi leggi: ricorda il tempo,
Prima che s’indurisse la cera,
Quando ognuno era come un sigillo.
Di noi ciascuno reca l’impronta
Dell’amico incontrato per via
In ognuno la traccia di ognuno.
Per il bene od il male
In saggezza o in follia
Ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso,
Che le imprese sono finite,
A voi tutti l’augurio sommesso
Che l’autunno sia lungo e mite.Primo Levi, 6 dicembre 1985
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- #PalestinaLibre Shireen - AgoraVox Italia agoravox.it/Shireen.html via @AgoraVoxItalia 4 days ago
Il tutto è falso, il falso è tutto
Questo mondo
corre come un aeroplano
e mi appare
più sfumato e più lontano.
Per fermarlo tiro un sasso controvento
ma è già qui che mi rimbalza
pochi metri accanto.
Questo è un mondo
che ti logora di dentro
ma non vedo come fare ad essere contro.
Non mi arrendo ma per essere sincero
io non trovo proprio niente
che assomigli al vero.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
E allora siamo un po' preoccupati
per i nostri figli ci spaventano
i loro silenzi i nostri sbagli.
L'importante è insegnare quei valori
che sembrano perduti
con il rischio di creare nuovi disperati.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Non a caso la nostra coscienza
ci sembra inadeguata
quest'assalto di tecnologia
ci ha sconvolto la vita.
Forse un uomo che allena la mente
sarebbe già pronto
ma a guardarlo di dentro
è rimasto all'ottocento.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Io che non riesco più a giudicare
non so neanche che cosa dire
della mia solitudine.
Guardo con il mio telecomando
e mi trovo in mezzo al mondo
e alla sua ambiguità.
C'è qualcuno che pensa
di affrontare qualsiasi male
con la forza innovatrice
di uno Stato liberale.
Che il mercato risolva da solo
tutte le miserie
e che le multinazionali siano necessarie.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Ma noi siamo talmente toccati
da chi sta soffrendoci fa orrore la fame,
la guerra le ingiustizie del mondo.
Com'è bello occuparsi dei dolori
di tanta, tanta gente
dal momento che in fondo
non ce ne frega niente.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Io che non riesco più a ritrovare
qualche cosa per farmi uscire
dalla mia solitudine.
Cerco di afferrare un po' il presente
ma se tolgo ciò che è falso
non resta più niente.
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto quello che si sente
quello che si dice
il falso è un'illusione che ci piace
il falso è quello che credono tutti
è il racconto mascherato dei fatti
il falso è misterioso
e assai più oscuro
se è mescolato
insieme a un po' di vero
il falso è un trucco
un trucco stupendo
per non farci capire
questo nostro mondo
questo strano mondo
questo assurdo mondo
in cui tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto
Il tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto, tutto, tutto.Giorgio Gaber
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Leggendo il romanzo da te consigliato, Il giardino delle meraviglie, si intuisce che si tratta del pezzo di terra rubato alle buone intenzioni di una suora brindisina.
Sono passati sette anni da quando alcuni media locali montarono un vero “caso” attorno alla vicenda del “Testamento di Donna Ghiatorina” fatto carta straccia dall’allora Arcivescovo di Brindisi con la complicità di una coppia di lestofanti che “lavoravano” nelle costruzioni.
Un vero caso giornalistico che si sgonfiò di colpo con l’aggressione di un portavoce del comitato a sostegno delle ragioni della “suora” defunta.
Ora, al centro della città, al posto del Convento delle Figlie di Maria Regina (come avrebbe voluto la donatrice) ci sono cumuli di immondizie e rifiuti di ogni genere e al centro di questo letamaio ci vivono già delle famiglie che hanno acquistato appartamenti nei palazzi non ancora ultimati.
I Vigili Urbani per non vedere evitano di passare per quella zona, gli Ispettori dell’Arpa e del Lavoro sono in vacanza….
I media? Ma questo non è più uno “scoop”…
Sono a conoscenza delle sofferenze e dell’umiliazione inflitte a quella persona da parte di altri che persero in quell’occasione la qualifica di persona acquisendone una animalesca e bramosa di soldi sporchi. Il Signore vede e provvede, può darsi che quel cumulo di immondizie travolga quei picchiatori e i loro mandanti… in ogni caso non ne riceveranno nessun bene.