Non si è mai vista tanta gente in piazza S. Oronzo a Lecce per rivendicare la tutela del paesaggio salentino che ha nell’ulivo il suo simbolo di eccellenza e soprattutto di identificazione. Questi sono i due elementi che hanno contraddistinto gli interventi degli oratori che si sono succeduti per tutto il pomeriggio.
di Paolo Rausa
Come una processione compiuta da Cristo-Ulivo, l’Unto, simbolo quanto mai opportuno per rappresentare la via crucis degli ulivi salentini minacciati da lunedì prossimo di ‘eradicazione’, questa grande manifestazione di popolo per scongiurare la diffusione del contagio. La peste manzoniana fa un balzo di secoli per scendere dal ducato di Milano in questa terra estrema, la Messapia, fiorente quanto mai, granaio d’Italia. Intorno alle 15 la piazza comincia a riempirsi di gente, che risponde all’appello lanciato da intellettuali, artisti, musicisti, agronomi, contadini e ambientalisti. E’ una marea che la invade: migliaia di persone sono qui, giunti da ogni dove, dai luoghi dolenti, dove si combattono battaglie per l’ambiente come a Taranto, che ha saputo respingere il ricatto ambiente-lavoro. Non si è mai vista tanta gente in piazza S. Oronzo a Lecce per rivendicare la tutela del paesaggio salentino che ha nell’ulivo il suo simbolo di eccellenza e soprattutto…
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Hanno gridato così tanto e così forte da far infuriare il Direttore di qualche Quotidiano (dis)interessato…
Quando si muove il popolo, ccome è successo nel fine settimana s Roma e Lecce, le speranze di un futuro di rinascita ci riempiono il cuore. Quei direttori si fottano!