Opere di Pietro Palmisano


ECLISSI

“Queste ECLISSI devono avere qualcosa di magico e di fatato. Ogni volta che rileggo questo mio scritto, mi commuovo fino alle lacrime. Mi sdoppio dall’autore e mi ritrovo nei vari protagonisti della storia. Non vi so dire se c’entra la taranta o se sono le erbe di San Giovanni. Di certo so che il tecnico grafico e tutti i responsabili della tipografia dove ho stampato il libro vogliono visitare i luoghi del libro, a Ceglie, e mi assillano per programmare una gita nella nostra città.
Pietro Palmisano”

Io spero che la lettura di questo libro stimoli nei nuovi lettori la curiosità per la mia Città natale: Ceglie Messapica detta, forse un po’ pomposamente, la capitale della gastronomia. Ho letto il libro con curiosità ed emozione cegliese condividendo con l’autore quel senso di estraniamento che mi ha preso, a volte, percorrendo le strade di Ceglie nei brevi ritorni nella terra natia. Trovandomi a passare per quelle strade, come fossi un forestiero, mi sono sentito costretto a guardare come accade quando incontri una bellissima persona. Tu rimani fisso e perso in quello sguardo e non sai, anzi ti chiedi se non sei importuno. La storia narrata ha l’impianto perfetto per una trasposizione cinematografica, quasi un giallo. E’ una vicenda che si svolge su più piani narrativi; l’autore intreccia i fili del racconto in maniera sapiente e suggestiva. E poi c’è lo sfondo storico e la scenografia di una città bianca che nulla ha da invidiare alla vicina Ostuni. I luoghi, le persone ed i loro nomi raccontano molto della nostra Storia; c’è poi tutto il degrado di un feudo secentesco che non si discosta molto, se non per forme e modalità, da quello odierno.

Un’eclissi morale che Ceglie, evidentemente, vive e rivive ciclicamente e che l’autore ha sapientemente ricostruito. Ho apprezzato molto le incursioni nelle nostre tradizioni autoctone e folcloristiche (la “carcara”, la “trenula”, ecc.), oltre che la ricostruzione di molti toponimi della nostra terra (Donna Lucrezia, su tutti). Mi ha affascinato la vicenda di Isabella di Noirot, duchessa di Gand, di cui ricordo aver visto sin da bambino la lapide nella sagrestia della chiesa di San Domenico.

Un piccolo accenno alla trama: nella Ceglie del 1963 Pietro, giovane frequentatore dell’archivio della chiesa matrice, s’imbatte fortuitamente nella misteriosa scomparsa dei corpi di due giovani della cripta sottostante la cattedrale.

“Appena giù, Rocco mi guidò attraverso una porta nel locale posto sotto l’altare maggiore.
Una volta illuminato per bene, il locale si rivelò la copia perfetta del soprastante presbiterio, con abside ed il coro dietro l’altare maggiore.
Sulle pareti di nuda pietra mi pare di ricordare dodici nicchie entro cui, in piedi e con le mani conserte sul petto, erano i corpi mummificati di dodici canonici con saio e cappuccio. Un tredicesimo corpo sembrava seduto e con il tronco superiore appoggiato sull’altare centrale del locale…”
Rocco indica a Pietro due casse simili alle altre nelle quali, al posto dei resti mortali dei defunti, si trovano pietre e pezzi di legno; Pietro scoprirà che le spoglie scomparse appartengono a due giovani innamorati vissuti nel XVII secolo, Nureddin Giamal detto Damiano e la bella Sara. Molto prima che il Sommo Giudice si disponesse a giudicare dal Suo Trono, per un miserabile incidente, s’erano scoperte le tombe, portando alla luce le testimonianze di un terribile crimine le cui vittime erano state sottratte, per cautela, anche alla storia oltre che alla suprema empietà degli uomini. Inizia, da quel fortuito ritrovamento, un ampio suggestivo avvicendarsi di flashback che ci riporterà nella Ceglie del Seicento con le sue tradizioni, il suo popolo e le sue antiche strade.
Questo viaggio nel passato condurrà, infatti, il lettore attraverso case e strade di tutti i giorni con vicoli, vicoletti, … piazze e relativi palazzi nobiliari, tra segreti nascosti sotto centinaia e centinaia di sottili veli di calce, ricompensandolo della sua partecipazione alle sofferenze dei personaggi senza mancare, alla fine, di far affiorare sulle labbra un sorriso di speranza. Sarà Jacopo Moro o Jacobus Niger che dir si voglia che, avendola imparata dal padre Tommaso, tramanderà l’arte dello speziale; conoscitore di tutte le erbe e gli aromi della terra rossa che, cercando e trovando riparo in Calabria, denuncerà i danni arrecati a Sara e Damiano dagli accoliti succubi del bieco castellano che incapace d’amore ha piegato i sentimenti alle logiche dinastiche e feudali.
Buona lettura!
Giacomo Nigro

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IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE

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A Pietro Santo
Mi vogghjie affaccià pur’ ji a queda fineshtr’,
senz’a send’ virtiscn di friddh’, cu nu canishtr’
di parol’ vijecchjie, com’a nu viendh’an crosce,
com’a nu uagnon’ d’at’ tiembe agghije dà vosce
all’anim’ di nu crishtiane ca cred’a Crisht’,
ma si send’ com’a a nu fatc’ jindh’u canishtr!
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Questo commento merita un post!

Posso assicurare che i fatti e le persone collocate nel diciassettesimo secolo sono tutte reali e storiche. Dai documenti storici, di cui ricercatori più attenti di me hanno ripetutamente ignorato le informazioni più “delicate”, risulta che Cilla di Boscoreale ha avuto con gli uomini della casa ducale una cospicua “familiarità”, attribuendo al nostro duca la paternità della piccola Anna… ecc. ecc. ecc…
Ripeto che la parte del racconto relativa al secolo del duca è supportabile da documenti storici e, quindi, reale e incontestabile, a meno che qualcuno non li vada a rubare o a distruggere.
Relativamente al racconto per ragazzi… ieri ho avuto l’avventura di scoprire in un casolare di campagna, dissimulata dietro ad un vecchio armadietto a muro, una scala segreta tra piano terra e primo piano: quando la realtà supera la più fervida fantasia!!! Se volete ve lo faccio raccontare da un comune amico, che sarà felice di confermare.
Si tratta di un passaggio nascosto come quello che ha portato i nostri ragazzi nel trappeto ipogeo…
A seguire…
Pietro Palmisano

29 risposte a Opere di Pietro Palmisano

  1. aliante ha detto:

    Parliamone anche qui!

    • Pietro Palmisano ha detto:

      Ri-parliamone!
      Per iniziare: il romanzo “Cilla di Bosco e Giustina la Maltese” ha inizio proprio sotto la torre dell’orologio di cui sono precipitate le campane dei quarti e delle ore….

      Per continuare: il sottotitolo de “Il giardino delle meraviglie”, davazda farvardin doesarodavazda, 12/01/2012 persiano, corrisponde al 1 aprile 2012 gregoriano, prossimo!

      Se un romanzo ha un telaio escatologico “Eclissi” s’intelaia durante la “settimana santa”.

      Continuare….

      Pietro

  2. smemorato ha detto:

    A che servono le rose, una raccolta di poesie di Vincenzo Gasparro, con introduzione del prof. Di Oronzo, nella Collana Coincidenze delle Edizioni L’Arca Felice. Illustrazioni e dipinti di Sofia Rondelli.

    I’ passate lu basilicole

    come lu sole come lu sole.

    I’ passate pure la rose

    come li cose come li cose.

    I’ passate la frasche de lore

    come l’amore come l’amore.

    I’ passate a murtuscedde

    come lu viende come lu viende.

  3. alter_ego ha detto:

    Il mio ego ed io ci divertiamo moltissimo a leggere e rileggere. Ogni volta particolari nuovi ci appassionano, ci commuovono, ci divertono e ci fanno anche incazzare a morte! Cosa aspettate a leggere anche voi? E’ gratis! Trovate il tempo per voi, leggete!!!

  4. Pingback: “L’anima di Pietra” a Foggia Vetere. | Un Paese più… dipende da noi!

  5. pietro ha detto:

    Uno scienziato iraniano avrebbe inventato la macchina del tempo. La notizia, diffusa dal quotidiano britannico Daily Telegraph, che cita un lancio dell’agenza governativa iraniana Fars, ha fatto il giro del mondo. Ma è difficile trovare conferma, anche perché la storia, scrive il Washington Post, sarebbe stata cancellata da Fars dopo aver attirato l’attenzione dei media occidentali. La macchina, chiamata Aryayek, non servirebbe a fare viaggiare le persone nel futuro, quanto a prevederlo. E infatti, è stata presentata con lo slogan “non ti porta nel futuro, ma porta il futuro da te”. Frutto di oltre dieci anni di lavoro, l’aggeggio sarebbe poco più grande di un computer portatile, e per metterlo in funzione basterebbe sfiorarlo. Poi, grazie a un complesso incrocio di algoritmi, sarebbe in grado di “predirre il futuro dell’individuo che lo ha toccato per i prossimi 5-8 anni, con un’accuratezza del 98 percento”.

    Queste le parole del suo inventore, il 27enne Ali Razeghi, che ne avrebbe già depositato il brevetto presso il Centro per le Invenzioni Strategiche di Tehran. Un’invenzione, avrebbe detto lo stesso Razeghi presentandola all’agenzia Fars, assai utile al governo iraniano, che potrebbe prepararsi così a eventuali guerre conoscendo in anticipo il loro svolgimento; o anche solo prevedere la fluttuazione di una valuta straniera, o del prezzo del petrolio. Ma non solo. Razeghi avrebbe infatti aggiunto che l’idea sarebbe quella di metterla sul mercato per tutti. “Appena avremo la possibilità di produrla su larga scala – ha detto -, pensiamo di venderla come un prodotto destinato ai consumatori”. E c’è già chi ipotizza un prezzo di 400 dollari per questa macchina del tempo modello touch.

    “Se fino ad ora non è stato presentato nemmeno il prototipo – continua lo scienziato -, è solo perché altrimenti i cinesi avrebbero rubato l’idea. E ne avrebbero prodotte a milioni in pochissimo tempo”. Inoltre, la mancata pubblicità di questa invenzione, sarebbe dovuta al fatto che secondo le leggi islamiche questo potrebbe essere il tentativo di un uomo di volersi sostituire a Dio. Ma lui, che a nemmeno 30 anni ha già depositato oltre 179 brevetti, assicura: “Non è assolutamente questa la mia intenzione, anzi. In tutto il mondo si cerca di costruire una macchina del tempo, gli americani negli ultimi anni ci hanno dedicato milioni di dollari, mentre io ci sono riuscito con molto meno”.

    La curiosa e incredibile notizia segue di pochi mesi la polemica per la foto della primo animale lanciato nello spazio dagli iraniani, che alcuni esperti sostengono sia una bufala. E di pochi giorni un articolo pubblicato su Wired, in cui alcuni ricercatori americani hanno annunciato un progetto basato sulla ‘cliodinamica’ per cui, dall’analisi comparata degli eventi del passato, sarebbe possibile individuare uno schema per conoscere il futuro. Questo avviene in una università del Connecticut. Chissà se invece il vero erede di ‘Doc’, finora il più celebre inventore di macchine del tempo nel film Ritorno al Futuro, non sia nato a 27 anni fa Tehran. (Luca Pisapia)

    E di che si parla nel mio romanzo “Il Giardino delle Meraviglie”?
    Pietro

    • smemorato ha detto:

      Sostituirsi a Dio, non è lecito nemmeno da noi, ma tu caro Pietro ci hai portato comunque una “previsione del tempo” notevole. Spero d’aver capito ed aggiustato per il meglio.

  6. pietro ha detto:

    In questo libro si accenna anche agli alberi del “giardino delle suore” ed alla feroce aggressione subita la sera del 12 giugno 2006….
    ….dopo sette anni la storia si ripete ad Istanbul.
    Forse si è ripetuta già tante altre volte senza che io lo sapessi….

  7. pietro ha detto:

    Mi aspettavo e mi aspetto, anche come premio disinteressato al mio scritto “Cilla di Bosco e Giustina la Maltese”, commenti e confronti da quanti hanno seguito alla TV la storia “Altri tempi”.
    Mi farà piacere poter leggere di analogie riscontrate tra le due storie, di anticipazioni del mio racconto rispetto alla vicenda legata alla Legge Merlin, di come nei luoghi e nei tempi diversi il soggetto principale dei due racconti viva analoghe vicissitudini e provi magari anche stessi sentimenti sebbene con diverse sfumature.
    C’è forse alla fine qualche differenza?

    • smemorato ha detto:

      E’ che il potere del genere maschile, il potere tout ha soverchiato il genere femminile. Nell’accezione del sesso mercenario come in ogni campo dei rapporti sociali. Ho appena ascoltato che la nostra Italia è settantaduesima nella speciale classifica delle pari opportuntà e che quindi ben pochi diritti abbiamo di criticare il divieto delle guida automobilistica imposta alle saudite, di tocca quanto meno stare alla finestra. Quando le donne si ribellano, ahinoi, soccombono alla violenza. Si ricordasse più spesso che la vita dell’uomo inizia nel grembo di una donna…

      • pietro ha detto:

        Infatti ho sempre pensato che il burqa crea fastidio a noi occidentali perché sottrae un certo cospicuo numero di femmine ai nostri occhi “affamati”…..

  8. smemorato ha detto:

    Avevo intuito… aria di famiglia 😉
    Pezzo interessante e divertente.

  9. Pietro ha detto:

    Oggi, durante l’eclisse, si potrebbero rileggere le “Eclissi”.
    Quando il minuscolo dischetto della Luna coprirà la massa infinita del Sole il gelo avvolgerà la Terra e gli Uomini, anche quelli più cattivi, cercheranno un abbraccio…

  10. Pietro ha detto:

    Secondo un favoloso calendario virtuale del tempo o, meglio, il giornale di bordo di una fantastica astronave del tempo e dello spazio, sepolta sotto “Il Giardino delle Meraviglie”, il giorno DODICI FARVARDIN DOESARODAVAZDA, cioè 1° Aprile 2012, i quotidiani locali di Brindisi avrebbero riportato la notizia fantastica del crollo dei palazzi costruiti nel famoso “Giardino delle Suore”.
    Chi passa per queste strade può vedere in questo momento, oggi, attrezzature di costruttori sparse in mezzo alla costruzione che sembra versare in stato di abbandono tra il fango e la ruggine che la fanno da padroni. Da un lato, al posto del terzo blocco si vede una grande voragine, come se il manufatto di cemento armato vi fosse sprofondato dentro e dal terreno circostante spuntano spezzoni di tondino d’acciaio, come dopo un bombardamento aereo.
    Alle finestre ed ai balconi dei due condomini sopravvissuti si possono vedere esseri umani grandi e piccoli che godono di questo panorama. (Se vai su Google maps puoi verificare!).
    In questa storia si perde anche la “storia” di un “martire” sconosciuto e dimenticato, di cui ho saputo casualmente e di cui non sono riuscito a ricostruire la storia. Si tratta di uno dei cosiddetti “Schiavi di Hitler”, quei militari italiani che dopo l’armistizio si rifiutarono di mettersi contro il proprio popolo a fianco dei nazisti e finirono nei campi di lavoro e nelle fabbriche tedesche. Di Lui ho ricostruito la storia fino al 25 Aprile 1945, dopo non trovo traccia. Spero di poterlo un far ricordare un giorno come meritano tutti gli eroi silenziosi che accettano di soffrire e di essere dimenticati pur di non tradire.
    Qui davanti a casa mia hanno fatto un grosso buco anche nella storia. Non sarà per questo 25 Aprile, ma spero di poterlo colmare, avendo vita.

  11. smemorato ha detto:

    Buona Pasquetta, Pietro!

    • Pietro ha detto:

      Grazie per la segnalazione….
      Anche io evito commenti. Soltanto una nota: nei cinquantadue anni da quando ci sono sceso io ci deve essre passata una schiera di “storici” a passeggio, a giudicare dallo scempio fatto con scope ed altri attrezzi!
      Per fortuna qualche anima pietosa deve aver chiuso il presbiterio.

      • smemorato ha detto:

        Scusa non avevo visto che avevi commentato. Che incredibile scempio… e che insipienza nelle chiacchiere di queglu esploratori della domenica che comunque ringrazio pet avet filmato. Ma chi ha avuto il coraggio di mettere a sedere quella povrra mummia nell’angolo. Posso capire i ladti che hanno macellato le bare, ma quel sacrilegio passato sotto silenzio dalla storico…

  12. Pietro ha detto:

    Sottovoce, mi raccomando! Uno dei visitatori è il Prof. G.S.M., un altro potrebbe essere M.C.. Non hanno capito che le arcate che gli sembrano la vecchia chiesa sono invece le fondamenta su cui poggia l’intera Chiesa Madre.

    • smemorato ha detto:

      G.S.M. l’ho riconosciuto e anche M.C. il primo thiene poco a che fare con la Storia. L’altro è un mercante mi ricorda il b. di B. (praticamente il portatore di Pizzini arricchitosi e riempito di libri antichi coi soldi del Berlusconi.

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