la cultura del trullo


Ogni trullo ha una sua autenticità naturale, unica, racconta con le sue pietre una sua storia contadina fatta spesso di stenti, fatiche e sacrifici. In Puglia, dove la pietra è inesauribile il trullo è l’essenza dello spirito di adattamento dell’uomo ad un ambiente naturalmente ostile. Il trullo somiglia al contadino che lo abita, apparentemente debole e goffo, è in realtà stabile, sicuro e resistente.

Oggi quelle costruzioni affrontano a testa alta i tempi del turismo e del recupero di tradizioni e cultura contadina; a tal proposito suggerisco la lettura e la visione delle immagini a corredo di un bel post di Edmondo Bellanova pubblicato su midiesis.

Da noi, la campagna ha ancora un proprio ritmo di vita e d’esistenza; per questo riusciamo ancora a “maritare” i fichi secchi, fare le paštë d’amenëlë, preparare i sottaceti e sottolio e le marmellate d’uva, di cotogne e di fichi, produrre ottimo olio e buon vino. La nostra è una cucina povera, essenziale ma ricca di bontà e genuinità e per fortuna ci sono già tanti buoni ristoratori del posto che propongono queste nostre antiche ricette.
Al turista possiamo e forse dobbiamo dare ancora qualcosa in più! Siamo ricchi di storie,  fatti e personaggi, luoghi che vanno “raccontati” a questi “amici” ai quali interessa certamente una natura ecologicamente protetta, la buona cucina, il mare ed il sole, ma anche conoscere la cultura, gli usi, costumi e tradizioni del popolo che gli ospitano.

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2 risposte a la cultura del trullo

  1. ceglieterrestre ha detto:

    Pietre su pietre irrorate dalla fatica dei contadini. Capolavori di architettura. Un caro saluto ciao

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